Paolo Parisi (Catania, 1965), lives and works in Florence.

Experiencing art as a cognitive act and the variation of perception – linked to change in point of view  – are fundamental elements in Paolo Parisi’s work. Paolo Parisi proposes a reflection on abstract painting and its relationship to space, making the engagement with his work a physical experience, permitting new relationships between content and context.

From the beginning, Parisi’s artistic research focuses on the transformation of non-arbitrary assumptions into the artistic image, deliberately transposed through tools that exclude the interference of the psychological, such as architectural relief, cartography, and photography. In the works from 1993, (Rilievi), s.e., canvases and later exhibition spaces appear transformed through the lines of nautical charts, projected and traced with clay and his fingertips. The gesture repeated a pre-existing image in order to re-appropriate, in a tactile way, the places, thus rendering a “new image of the world”. The works, a result of a process of stratification of manual and industrial methods, of techniques and materials related to the tradition of art in dialogue with methodologies coming from architecture, graphic design, printing techniques, and music, become triggers that propose a physical dimension of artistic expression, in particular, of painting (its essence and its tautology).

Since 1993, alongside his art practice, Parisi has taught at the Accademie di Belle Arti (Bologna and Florence) and ideated and participated in numerous conferences, lectures, and workshops all over the world. His interest in the diffusion and shared experience of art is also reflected in his participation in the founding of the non-profit artist-run space Base Progetti per l’arte in 1998, which proposes an active reflection on the role of contemporary art culture and how self-determination can exist beyond the constraints imposed by the market and the prevailing economic system.

Paolo Parisi, Catania (1965), vive e lavora a Firenze.

L’esperienza dell’arte come pratica cognitiva e la variazione della percezione – legata al cambiamento del proprio punto di vista – sono aspetti fondamentali della sua opera. Il lavoro di Paolo Parisi riflette sulla pittura e sulle relazioni che essa può instaurare con ciò che le sta intorno, rendendo la fruizione dell’opera un’esperienza fisica che permette di stabilire nuove relazioni tra contenuto e contenitore.

Sin dagli esordi la ricerca dell’artista è incentrata sulla trasformazione in immagine artistica di un assunto iniziale non arbitrario, in quanto volutamente recepito attraverso strumenti che escludono l’interferenza del dato psicologico quali la cartografia, il rilievo architettonico e l’ottica fotografica. Nelle opere del 1993 (“Rilievi”), ad esempio, il supporto della tela o, successivamente, gli spazi espositivi appaiono trasformati dalle linee provenienti da carte nautiche proiettate e tracciate con i polpastrelli e l’argilla. Si tratta di un gesto che ricalca delle immagini preesistenti per una riappropriazione tattile dei luoghi e che determina, in tal modo, una “nuova immagine del mondo”. Le opere, frutto di un processo di stratificazione di modalità manuali e industriali, di tecniche e materiali legati alla tradizione dell’arte in dialogo con modalità espressive provenienti da altri ambiti (l’architettura, il graphic design, le tecniche di stampa, la musica), diventano dei dispositivi che propongono una dimensione fisica dell’esperienza artistica e, in particolare, della pittura: la sua essenza e la sua tautologia. 

Dal 1993 affianca l’attività artistica a quella didattica, presso le Accademie di Belle Arti (di Bologna e, dal 2010, di Firenze) e attraverso numerose conferenze, workshop e lectures tenute in tutto il mondo. Questo interesse per la trasmissione di un’esperienza condivisa dell’arte si manifesta anche attraverso la partecipazione alla fondazione dello spazio no-profit Base / Progetti per l’arte di Firenze, che propone, sin dall’inizio della sua attività (1998), una riflessione sul ruolo dell’arte contemporanea nella società attuale e sulle modalità di autodeterminazione aldilà delle coercizioni imposte dal mercato dell’arte e dal suo sistema.